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L’INNOVAZIONE IN TERAPIA MANUALE MIOFASCIALE

Cos’ è la Fisioscissione?

Accanto alle consone tecniche di terapia manuale e strumentale, trova felice applicazione l’intervento sul tessuto connettivale che rappresenta una fonte inesauribile di informazione, un sistema dotato di innumerevoli processi primari di interazione e di scambio atti a garantire una buona omeostasi. Grazie a questo metodo è possibile ottenere un miglior scollamento e scorrimento dei piani muscolari e fasciali, un drenaggio e svuotamento degli edemi tissutali, un miglioramento della trasmissione nervosa nell’interazione somato-viscerale, una stimolazione della reattività del metabolismo dell’organismo; tali interventi si traducono in estrema sintesi con:

  • diminuzione del dolore e dell’infiammazione
  • rilascio delle tensioni muscolare e fasciali
  • aumento della libertà ed elasticità articolare
  • miglioramento dell’equilibrio posturale
  • beneficio metabolico agli apparati cardio-circolatorio e respiratorio

A livello della colonna vertebrale, risulta possibile lavorare sulla proiezione dei muscoli erettori del rachide, ripristinando la mobilità dell’unità funzionale vertebrale: ci si prefigge di ridurre le compressioni a livello delle faccette articolari interapofisarie ottenendo un bilanciamento delle pressioni discali ed un ripristino della “molla vertebrale” per ritrovare elasticità, armonia e libertà di movimento. A livello periferico il metodo viene utilizzato nel trattamento delle entesopatie quali per esempio, pubalgie, epicondiliti, tendinopatie dell’achilleo, capsuliti di spalla, ecc…

I Fisioscissori

La manualità della Fisioscissione e i suoi concetti cognitivi, si esplicano grazie all’ideazione dei Fisioscissor®: cinque strumenti in acciao di diversa forma per il trattamento manuale non doloroso del tessuto connettivo miofasciale in campo fisioterapico, osteopatico, reumatologico, ortopedico e sportivo. Ognuno risulta costituito da due teste operative di forma diversa per poter lavorare con estrema precisione le zone di ancoraggio della fascia, i diversi livelli di profondità del tessuto, gli incavi e le docce che l’anatomia stessa esprime. La particolare forma non acuminata permette di trattare in maniera indolore particolarità anatomiche difficilmente raggiungibili dalle dita del terapista, aumentando la precisione del gesto terapeutico che si esplica in una manualità atta ad alleggerire i tessuti connettivo-miofasciali migliorandone la mobilità intrinseca, l’aspetto circolatorio e linfatico. In ordine generale con i Fisioscissor® è possibile eseguire delle manovre che facilitano la struttura trattata a ricevere risposte di equilibrio per il recupero della funzione.
Ogni ausilio ha delle caratteristiche che sono ottimizzate ad erogare più funzioni, ciò permette di usare ogni strumento sui tessuti interessati da poca mobilità permettendo di raggiungere anche strutture con forma particolare come un incavo anatomico (es. canale primario vertebrale).

Con cosa interagiscono gli strumenti?

  • con la fine propriocezione dei muscoli erettori del rachide e con le tensioni di questi ultimi che indirizzano la vertebra verso la disfunzione. Ripristinare una buona tonicità dei muscoli multifidi, significa favorire la frammentazione del movimento vertebrale e salvaguardare il sistema a “molla” vertebrale
  • con il nervo rachideo posteriore per migliorare la veicolazione nervosa e apportare messaggi somato-viscerali e risposte viscero-somatiche
  • con i plessi venosi extrarachidei per decongestionare il microcircolo venoso di ritorno e ridurre gli edemi intrarachidei in prossimità del forame di coniugazione
  • con le entesi dove le fibre collagene sono mineralizzate e integrate nel tessuto osseo.

Si tratta di distretti anatomici di ristretta dimensione dove le mani presentano delle difficoltà oggettive di contatto


Cosa si riesce a fare grazie agli strumenti?

  • drenare piccole quantità di liquidi senza alterare il fisiologico processo di rimescolamento
  • eseguire un contatto specialistico atto a favorire il ripristino di un equilibrio recettoriale già alterato dalla patologia tessutale
  • scindere, scollare, separare i setti muscolari e gli ancoraggi della fascia per favorire lo scorrimento dei diversi piani fasciali. Si applica un contatto in sequenze modulate in un ordine che tiene conto dello stato tessutale, tenendo in considerazione che l’anatomia si esprime a strati.
  • ottenere un contatto più adeguato dove la densità del materiale supera la consistenza del tessuto patologico (fibrosi, contratture, entesi, tendiniti) favorendo quindi un rilasciamento del tessuto. Le teste operative dei Fisioscissor® consentono un contatto tessutale da pochi mm a qualche cm
  • lavorare il tessuto mio-fasciale con minor fatica e dispendio energetico


Tutte queste esigenze pratiche e teoriche correlate con l’importanza della biomeccanica respiratoria, con la presenza di pressioni che interagiscono in costante simbiosi con il sistema strutturale per il mantenimento di un equilibrio posturale statico dinamico, rendono la Fisioscissione un trattamento che si distanzia dalla semplice mobilizzazione del tessuto molle fine a se stessa ma assume al contrario un significato più nobile.

Per informazioni e approfondimenti: Dott. Moreno Momentè studio di fisioterapia Fisiomoment – Fossalta di Piave (Ve) www.fisiomoment.it    info@fisiomment.it